Parco Regionale dell’Olivo di Venafro
Parco Regionale dell’Olivo di Venafro

Parco Regionale dell’Olivo di Venafro

Parco Regionale dell'Olivo di Venafro

Codice:
Tipologia:

Parco

Ambito Territoriale:

 Comuni di Venafro

Ente Gestore:

Ente Parco

Estensione:

528 ha.

Anno di istituzione:

2008

Informazioni aggiornate al:

2022

Il Parco Regionale dell’Olivo di Venafro è la prima area protetta dedicata  all’olivo, unica nel suo genere nel Mediterraneo. La sua istituzione intende promuovere e conservare l’olivicoltura tradizionale che a  Venafro ebbe fasti e splendori, tanto che i Romani ritenevano l’olio  prodotto in loco il più pregiato del mondo antico. Nessun luogo al mondo coltivato ad olivo, infatti, può vantare simili tradizioni e citazioni  letterarie. Il Parco è anche occasione di riscatto per un territorio penalizzato negli ultimi decenni dall’incuria e dall’abbandono, a dispetto delle sue qualità paesaggistiche, naturalistiche e storiche. Importante è la presenza di cultivar uniche come l’Aurina, varietà autoctona e propria di Venafro, identificabile con l’antica “Licinia” dei Romani ed altre varietà antiche tra cui la Pallante, l’Olivastro breve, l’Olivastro dritto, la Rotondella, la Rossuola, l’Olivastrello, l’Olivo “maschio”, il Gragnaro, la Lagrimella. Questa elevata biodiversità colturale, indice di valore naturalistico, trovava giustificazione nella maggior versatilità dell’oliveto agli agenti atmosferici, il che equivaleva ad avere un prodotto sempre costante in quantità, a seconda delle annate e della fruttificazione delle varie specie di ulivo. Ancora oggi è possibile riscontrare terrazzamenti antichissimi, intercalati a resti di impianti rustici di età repubblicana con cisterne a scaglie calcaree e resti di fortificazioni romane.

Il territorio del Parco Regionale è stato inserito nel prestigioso Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici, con Decreto n. 6419 del 20 febbraio 2018 del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo.

Flora e Fauna

Habitat di Direttiva:
Flora di interesse naturalistico:

Oltre l’orizzonte coltivato ad olivo, si riscontrano altri elementi tipici degli arbusteti decidui come il Terebinto, l’Albero di Giuda e l’Olivo rinselvatichito; il Cerro, la Roverella, il Carpino nero e l’Orniello, si riscontrano ad orizzonti superiori. Ai limiti superiori della foresta, poco oltre i 1000 metri, predomina la lecceta associata in maniera peculiare al Faggio, oltre che all’Acero di monte, all’Olmo montano, all’Agrifoglio e al Tasso. Importanti sono le formazioni primeve di roverella di grandi dimensioni, sotto gli affioramenti calcarei di Monte Santa Croce e Monte Corno.

L’area del Parco ricade nel Sito di Interesse Comunitario/ Zona Speciale di Conservazione MONTE CORNO – MONTE SAMMUCRO (IT7212171)

Fauna e zoocenosi:

L’avifauna è caratterizzata dalla presenza di numerose specie di rapaci; come il Biancone, il Falco lanario (nidificante almeno fino a qualche anno addietro) e il Falco pellegrino. Frequente la Poiana. Tra i mammiferi ai margini del Parco ha fatto capolino più volte il Lupo, mentre è da segnalare l’Istrice. La tartaruga Testudo hermanni è ancora presente nel circondario.

Punti di interesse

Geositi:
Grotte:
Sorgenti:
Alberi monumentali:

All’interno del Parco ricadono  204 ulivi secolari, censimento a cura dell’Ente Parco.

Informazioni turistiche

Percorsi:

La Regione Molise – Dipartimento II servizio “FITOSANITARIO REGIONALE” TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA MONTAGNA E DELLE FORESTE, BIODIVERSITÀ E SVILUPPO SOSTENIBILE non si assume alcuna responsabilità per eventuali incidenti o altre problematiche derivanti dall’uso dei materiali presenti su questo sito (es. mappe, cartografie, tracce GPS e/o altro). Le tracce dei percorsi sono nel formato GPX. Una volta che sei sul “percorso proposto”, non considerare il GPX come un vangelo. Se sembra che il “percorso” attraversi il giardino di qualcuno, ma c’è una strada attorno al bordo, usa la strada! Come saprai, i GPX non dettagliano ogni piccola svolta, usa il buon senso: segui la traccia che vedi sul terreno, se davanti a te c’è un segnale o una barriera stabile che vieta l’ingresso, non farlo. Non insistere perché lo dice il GPX ma rispetta il segnale. Lungo il “percorso” lascia porte/recinzioni come erano in modo da salvaguardare il bestiame.

Nel caso il percorso attraversa un’area protetta, verifica sul sito ufficiale del parco/riserva se ci sono restrizioni in atto.

Informazioni utili:

https://www.parcodellolivodivenafro.eu/index.php

Credits: